“Officina delle Idee” o, in sigla, ODI, voce del verbo udire: non è un caso che l’Ascolto sia il filo rosso che lega i presupposti di questo Workshop progettato da V.E.R.A e dedicato alle performance dei gruppi di lavoro.

“Officina” come centro di convergenza di un brainstorming in cui le idee dei partecipanti vengono accolte ed ascoltate attivamente per poi essere rese fertili tramite la contaminazione ed il confronto reciproco.

A presiedere di questo intervento formativo vi è un orientamento del pensiero che favorisce atteggiamenti mentali generativi, seguiti da comportamenti operativi in linea con questo approccio: la generazione libera e creativa delle idee permette di creare concatenamenti fluidi fra i vari spunti proposti, orientando il pensiero verso un’ottica sistemica.

Ma che cos’è nello specifico un team generativo? E’ un insieme di risorse tangibili e intangibili in cui gli elementi più distanti fra loro vengono connessi per generare qualcosa di nuovo. La domanda da porsi, in questo contesto, è “quali risorse personali posso mettere in gioco per il mio team?”. Un gruppo generativo non è altro che una connessione di risorse chiamate a favorire un approccio esplorativo delle situazioni e dei problemi: in questo modo, la mente si allena a chiedersi cosa ci sia oltre le soluzioni iniziali ed apparenti, ad uscire dagli schemi mentali rigidi ed abituali e potenziare quello che viene definito pensiero laterale.

Proviamo ad esempio a pensare a quanti altri modi esistono per definire l’oceano: mondo d’onde, il blu di sotto, lo specchio del cielo, casa di barche…

…quante idee nascerebbero da un gruppo chiamato a stilare la propria personale gamma di nomi alternativi? Da quelli più tecnici a quelli più creativi e fantasiosi, come potrebbero essere collegati l’uno all’altro al fine di creare, per l’appunto, un mare di nuove possibilità?

A facilitare questo nuovo approccio è, non a caso, lo scivolamento verso sistemi di linguaggio non convenzionali, differenti da quelli tecnici: un esercizio che stimola ad una maggiore attenzione al linguaggio verbale e para verbale e alla preferenza di parole “vitaminiche”, capaci di dar nuova energia al gruppo piuttosto che soffocare in partenza le idee.

Nel mare delle idee generate dal brainstorming vengono poi lanciate le reti di una griglia sistemica con la quale incasellare elementi e comportamenti, mappandone le relazioni al fine di individuare le leve d’attenzione: come un elemento è collegato all’altro? Cosa fare diversamente, cosa continuare a fare, cosa smettere di fare?

A facilitare questo ragionamento interviene la dislocazione laterale, in particolare la tecnica della provocazione peggiorativa: se, all’interno del processo, le criticità individuate peggiorassero, quali soluzioni verrebbero adottate? È, questo, un orientamento di pensiero alternativo, proteso già verso la soluzione piuttosto che verso il problema.

Delineare i profili dello scenario futuro desiderato, per poi ripercorrerne a ritroso i piccoli e concreti passaggi con i quali ci si è giunti, stimola la fermentazione di idee e soluzioni contestualizzate e funzionali. Quella del Solution Focus è una tecnica provocatoria che scalza il pensiero dal presente problematico e lo innesta in uno scenario futuro dove il problema è già risolto.

Prender parte all’Officina delle Idee permette di tornare a guardare il proprio lavoro di team con occhi diversi, ribadendo il senso della propria attività con un rinnovato e arricchito punto di vista.